"Insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa".

"Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà.Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

venerdì 25 gennaio 2008

A BARI SI CONTINUA A MORIRE DI POVERTA'...tratto da www.cercasiunfine.it


Comunicato stampa del
CILAP PUGLIA - Collegamento Italiano Lotta alla Povertà
A BARI SI CONTINUA A MORIRE DI POVERTA’ MA NESSUNO PUO’ RASSEGNARSI ALLA POVERTA’

Gioia del Colle - Era da poco passata la mezzanotte del 2007 ed il nuovo anno salutava
Bari con una nuova morte causata dall’indigenza estrema: è stato il freddo a spegnere la vita di un giovane senzatetto trovato morto nella notte di Capodanno sotto un ponte alla periferia di
Modugno. Dopo la morte per fame ed indigenza ora anche quella per il freddo interessa le fasce
marginalizzate dell’area metropolitana di Bari, una morte frutto della povertà.
Perché è di questo che si tratta: semplicemente di povertà !
Nell’area barese sempre più persone si ritrovano in situazioni di estrema privazione
materiale: privazione dell’alloggio, del cibo, della salute, dell’istruzione, del reddito, insomma del diritto a vivere dignitosamente la propria vita.
Bisogna partire da qui, dall’amara constatazione che il fenomeno esiste e non può essere ancora ignorato, è necessario evitare il rischio di incorrere nella facile retorica del giorno dopo che sempre in maniera qualunquistica scarica le responsabilità morali su tutti per poi non intervenire affatto.
Continuare a sottovalutare i fenomeni di privazione materiale significa che non si vuole affrontare seriamente il tema della povertà a Bari.
Eppure c’è da chiedersi se sarebbe stato possibile evitare un’altra morte, insomma il freddo
arriva puntualmente con l’inverno e non ci vuole molto a prevedere per tempo che le persone
senza fissa dimora avranno difficoltà a superare le notti sempre più gelide. E’ noto a tutti che i posti letto del centro di accoglienza Andromeda sono insufficienti a far fronte alle numerose richieste.
Ancora una volta il tema della povertà ci ricorda che deve essere affrontato in via preventiva e non con il solito approccio emergenziale.
Dalla città che vuole guidare le strategie di sviluppo metropolitano dell’area vasta ci si
aspetta anche di conoscere non soltanto come sarà Bari nel 2015 ma soprattutto quali risposte si è capaci di offrire qui ed ora alle persone che sempre più si trovano nelle condizioni deprivazione
materiale. Mai come in questo momento storico, grazie alle deleghe operative ed alle risorse
finanziarie trasferite dal centro alla periferia, sarebbe stato possibile innovare e sperimentare
pratiche e modalità di intervento per arginare i fenomeni di esclusione sociale.
Non c’è bisogno di scomodare grandi scienziati per cominciare a fare poche piccole cose ma di senso. Molti sono gli esempi europei in tema di prevenzione e contrasto della povertà che è possibile mutuare ed altrettanti sono gli insegnamenti appresi nella gestione di progetti per la lotta all’esclusione sociale realizzati negli ultimi anni nell’area metropolitana e che è possibile mettere a frutto e valorizzare.
E’ giunta l’ora di esigere che la lotta alla povertà diventi una priorità strategica di intervento
dotandola di risorse adeguate e strutture organizzative complesse, capaci di coordinare e far
funzionare adeguatamente le numerose reti di protezione ed intervento che sul territorio operano in maniera del tutto scoordinata.
Per fare questo c’è però bisogno di una visione innovativa e di una grande capacità di
programmazione in grado di operare scelte coraggiose e lungimiranti in totale controtendenza con quella modalità di intervento che negli ultimi anni ha privilegiato l’approccio caritatevole ed
emergenziale ormai insufficiente ad affrontare problemi così difficili.
Quella cesura con il passato, che doveva salutare un nuovo modo di affrontare e governare
la complessità, stenta a manifestarsi ed in molti serpeggia la sensazione che occuparsi seriamente
di povertà non premia così come riempire le piazze di facili spettacoli. Gli scettici dovranno pur
essere smentiti.
Nella nuova programmazione socio-sanitaria 2008-2010 si sarà in grado di sconfiggere la
più profonda ingiustizia: la povertà?
Franco Ferrara e Dino Lovecchio

martedì 22 gennaio 2008

Lettera per le Tasselle e i Tasselli!


29/12/2007
Cari Tasselli e Tasselle,
ci dispiace per la vostra assenza, perchè all'inizio del nostro cammino avevamo progettato di realizzare insieme il nostro mosaico, ma in questa esperienza non è stato possibile.
Così abbiamo deciso di scrivervi questa lettera per raccontarvi com'è andata.
In questi giorni si sono alternati momenti di preghiera e di divertimento, abbiamo conosciuto nuovi amici, che hanno condiviso con noi la gioia del campo, ma ciò non ci ha fatto dimenticare voi.
Nonostante il lungo viaggio siamo arrivati in questa struttura, "Congregazione Pie Ancelle", dove siamo stati accolti dalle suore.
Appena arrivati ci è stato presentato il campo scuola il cui tema era:"Legati Della Gioia"; in cui il termine legati ha un doppio significato: sia come ambasciatori, perchè come loro vogliamo portare notizie gioiose, sia come uniti.
In questa esperienza ci hanno accompagnato la canzone di Fiorella Mannoia "Il tempo non torna più", il capitolo XXI del "Piccolo Principe" e il brano del Vangelo di Giovanni, "La vite e i tralci".
La canzone ascoltata ci ha insegnato l'importanza del tempo che non torna indietro e quindi non va assolutamente sprecato:"...Cos'è che ci cambia la vita in noi?...Quello che adesso hai, domani non lo vorrai...".
Il camposcuola, anche se in piccola misura, ha cambiato qualcosa in noi, perchè abbiamo collaborato, pregato, riso, giocato tanto da unirci sempre più.
Anche il Piccolo Principe attraverso il suo incontro con la volpe, ci ha ricordato l'importanza dell'addomesticare, ovvero creare dei legami.
Ma per creare dei legami occorre pazienza, fatica, tempo, rispetto dei ruoli, delle regole e della ritualità dei piccoli gesti.
Ognuno di noi è chiamato a rispettare i propri ruoli, che giorno dopo giorno siamo chiamati a svolgere e attraverso gesti molto semplici a scandire la diversità dei nostri momenti quotidiani.
Nell'ultima serata trascorsa insieme abbiamo visto il film "Basta Guardare Il Cielo", un film che vorremmo condividere con voi, perchè racconta la storia di due ragazzi, uno molto malato e l'altro bloccato da un trauma e deriso da tutti, che vivono una vera storia di amicizia.
Del film, alcuni momenti ci hanno colpito, per esempio:
quando i due ragazzi vedono insieme i fuochi d'artificio e scoprono quanto può essere unico un momento anche banale se vissuto con un amico.
Quanto sarebbe bello condividere con voi altri momenti.
Ci saranno sicuramente tante occasioni e vi e ci auguriamo di trascorrerle insieme, perchè anche se saranno banali,ognuna di essa avrà un sapore diverso se vissuta insieme.
Una vera amicizia chiede di mettere a disposizione le nostre qualità e i nostri talenti come i protagonisti del film, affinchè possiamo essere un vero MOSAICO.
Perciò l'augurio che ci facciamo è di continuare questo viaggioinsieme perchè "chi rimane in me e io in lui famolto frutto perchè senza di me non potete fasr nulla".

Mauro, Nico, Stefania, Miriam, Mirko, Giulia.