"Insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa".

"Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà.Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

lunedì 30 novembre 2009

FIRMA L'APPELLO DI LIBERA PER BLOCCARE LA VENDITA DEI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE






Niente regali alle mafie: i beni confiscati sono cosa nostra

Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare la legge per l'uso sociale dei beni confiscati alle
mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono
all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare
da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai
clan le ricchezze accumulate illegalmente.
Oggi quell'impegno rischia di essere tradito.
Un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, infatti,
prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro
tre o sei mesi. E’ facile immaginare, grazie alle note capacità delle
organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi i farà avanti per
comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano
altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i
soprusi, fino all'intervento dello Stato.
La vendita di quei beni significherà una cosa soltanto: che lo Stato si arrende di fronte alle difficoltà del loro pieno ed effettivo riutilizzo sociale, come prevede la legge.
E il ritorno di quei beni nelle disponibilità dei clan a cui erano stati sottratti, grazie al lavoro delle forze dell'ordine e della magistratura, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.
Per queste ragioni chiediamo al governo e al Parlamento di ripensarci e di ritirare l'emendamento sulla vendita dei beni confiscati.
Sirafforzi, piuttosto, l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei
clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e
venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni
ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di
mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte
alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno
del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono
davvero tutti “cosa nostra”.


MERCOLEDI' 2 DICEMBRE ORE 20:30, SALONE DELLA MISERICORDIA, CAROVANA ANTIMAFIA!:
NIENTE REGALLI ALLE MAFIE, I BENI CONFISCATI SONO COSA NOSTRA! SIETE TUTTI INVITATI!