"Insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa".

"Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà.Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

giovedì 4 febbraio 2010

I Giusti

Un uomo che cura il suo giardino, come voleva Voltaire.
Colui che ringrazia che nel mondo ci sia la musica.
Colui che scopre con piacere un’etimologia.


Due impiegati che giocano una silenziosa partita a scacchi in un bar del Sud.
Il ceramista che pensa a un colore e a una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, anche se forse non gli và.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.


Chi giustifica o vuole giustificare un male che ha subito.
Chi ringrazia che nel mondo ci sia Stevenson.
Chi preferisce che siano gli altri ad avere la ragione.
Queste persone, che noi ignoriamo, stanno salvando il mondo.
(di Jorge Luis Borges)

I mandarini e le olive non cadono dal cielo


Mosaico dei giorni
I mandarini e le olive non cadono dal cielo
4 febbraio 2010 - Tonio Dell'Olio



In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l’Assemblea
dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma. Siamo i lavoratori che sono
stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver rivendicato i nostri
diritti. (...) Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né
elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo i luoghi
dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle
20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche.
A volte non riuscivamo nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a
farci pagare. Ritornavamo con le mani vuote e il corpo piegato dalla
fatica. (...) Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le
bestie... prelevati, qualcuno è sparito per sempre. Ci hanno sparato
addosso, per gioco o per l’interesse di qualcuno. (...) Non ne
potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti
nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani. Non
potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché
siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. (...)
Domandiamo alle autorità di questo paese di incontrarci e di ascoltare
le nostre richieste:
• domandiamo che il permesso di soggiorno concesso per motivi
umanitari agli 11 africani feriti a Rosarno, sia accordato anche a
tutti noi, vittime dello sfruttamento e della nostra condizione
irregolare che ci ha lasciato senza lavoro, abbandonati e dimenticati
per strada.
• Vogliamo che il governo di questo paese si assuma le sue
responsabilità e ci garantisca la possibilità di lavorare con
dignità.

L’Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma


http://www.peacelink.it/mosaico/a/31147.html