"Insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa".

"Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà.Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

lunedì 26 settembre 2011

Vivi La Vita.















Particolare del mosaico di Marko Rupnik "San Francesco porta il pane a un frate che lo imita nel digiunio", San Giovanni rotondo, Puglia.


Cattedrale affollata, sei ragazzi siedono su delle scale di fortuna, al lato, una colonna di pietra li protegge dallo sguardo generale e aspettano.
“Innanzi tutto vi chiedo indulgenza per il mio italiano bestiale ma stasera parlerò solo la lingua dell’amore”.
La voce rieccheggia nella cattedrale ove tutti fanno silenzio.
Trani ore sette e un quarto ma per Gastone a Calcutta ore dieci e trenta.
Una domanda subito ci spiazza, come si fa ad accettare che nel mondo sopravvivono 850 milioni di persone con meno di 800 calorie al giorno, (stessa razione che i nazisti davano agli ebrei nei campi di concentramento), 2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, un quarto della popolazione, circa 1 miliardo e 300 mila persone, sopravvivono con 1 € al giorno, 300 milioni di bambini non avranno l’opportunità di andare a scuola? Come si fa ad accettare che il solo denaro che negli stati uniti è destinato all’acquisto di cosmetici basterebbe ad educare i bambini del terzo mondo?
Il desiderio ardente di condividere la sua battaglia è manifestato da una voce forte che rispecchia un chiaro stile di vita da intraprendere. La voce, sì, la stessa voce chiara e forte che gli ha comandato di diventare un attore della battaglia per i meno fortunati per portare compassione dove c’è ingiustizia.
Per cambiare la vita dei più poveri c’è bisogno di un’azione concreta, come quella iniziata con il libro “Stanotte la libertà” nel quale si può incontrare il “leader della folla”, il mahatma Gandhi: la sua crociata ha condotto il suo popolo alla libertà senza armi con amore e nonviolenza e in un mondo privo di tecnologia come la radio, in un paese di 700 mila villaggi, dove si adorano 20 milioni di divinità egli era riuscito a trasmettere il suo coraggio di libertà.
Quando “Stanotte la libertà” ebbe successo Dominique decise di dare parte dei diritti d’autore ad un’associazione caritatevole per i bambini lebbrosi di Calcutta.
Calcutta: più di 300 mila persone vivono, si riproducono e muoiono sui marciapiedi; si sopravvive con 0,20 € al giorno.
Ma in Calcutta vi è la scoperta della gioia, la scoperta di una santa alle 5 del mattino in preghiera in una chiesa al centro di Calcutta. Madre Teresa pregava e alle sue spalle in chiesa vi era una scritta “Ho sete” e insieme vi si poteva leggere un’altra invisibile, “ho fame”...lei che da 40 anni dava da mangiare ai più poveri della terra.
Nel 1930 Madre Teresa parte dall’Albania per andare ad insegnare geografia. Diretta ai piedi dell’Himalaya sente una voce che le ordina di lasciare il suo saio di Loreto, il convento ai piedi dell’Himalaya e di indossare il saio bianco di cotone per servire i più poveri .
Così va nella bidonville di Calcutta e fonda l’ordine delle missionarie per la carità, simbolo universale della carità: “He’s God who sees you”.
Madre Teresa presenta a Dominique e a sua moglie James Stevens che da fare il ricco commerciante in Inghilterra lascia tutto e comincia a raccogliere i bambini malati di lebbra, tubercolosi e malnutrizione per nutrirli, curarli, educarli ed insegnare loro un mestiere. Egli è come una Madre Teresa” anonima” che regala un lavoro ad un adolescente salvandone con il suo stipendio altri 20.
Quando Dominique conosce James egli era talmente povero che era costretto a chiudere il proprio centro Udayan («Resurrezione»). Perciò Dominique decise di donargli il necessario per tenere aperto il centro e lo lasciò con una promessa: non avrebbe mai chiuso il proprio rifugio di amore e speranza.
Il quartiere ove sorge la bidonville si chiama letteralmente “City of Joy”, ciò è paradossale.
Di qui James aveva raccolto i più bisognosi ove l’aspettativa di vita era una speranza di arrivare ai 40 anni.
Ma in questo quartiere la gente aveva conservato la capacità di sorridere, di saper amare, di dividere con i più poveri e di ringraziare Dio per ciò che possedevano.
Qui incontra Hasari Pal, l’uomo risciò, l’uomo cavallo, che tira a piedi altri uomini trascinandosi dietro il suo mezzo di sopravvivenza, 80 chili di carretto e che si fa strada nel traffico demente e assassino di Calcutta con un campanello.
Lo stesso campanello che suona nelle tasche di Dominique.
Qui vive una bambina di 8 anni che per vivere si alza alle 5 di mattina per raccogliere vicino ai binari della ferrovia pezzi di carbone caduti dalle locomotrici. Pezzi a volte bollenti che le ustionano le mani.
Sua madre nel tugurio separa in due questi pezzi e una parte li baratta per il riso e la rimanente è utilizzata per cucinare.
Dopo aver portato i pezzi di carbone da sua madre, la bambina si rituffa nel fondo del tugurio per prendere il suo fratellino di pochi mesi, scheletrico. Qui uno spettacolo sconvolgente attrae la vista: una piccola indiana che massaggia la pelle secca e aggrinzita del suo fratellino per portargli un po’ di benessere, quasi che con le dita voglia nutrire il suo fratellino.
“Tutto ciò che non è donato è perso” recita un proverbio indiano. Perciò la restituzione di questi momenti diventa il dono, frutto di un sentimento di dover testimoniare il dolore all’interno di City of Joy, dolore mai raccontato da nessuno.
Il ritorno da City of Joy è la scoperta delle valigie cariche di 50 Kg di doni degli abitanti di una bidonville.
Con i diritti d’autore dei propri libri si può aiutare i bambini più poveri di Calcutta, delle rive del Gange e non solo. A 5 ore da Calcutta ci sono 34 isole dimenticate dalla geografia mondiale ove vivono più di 54 milioni di persone che possono finalmente usufruire di alcuni battelli ospedale. Con i diritti di “Era mezzanotte a Bhopal” si è potuto costruire una clinica ginecologica per le vittime della più grande catastrofe industriale. Perché “Salvare un solo bambino è salvare il mondo”, (Madre Teresa).
Ed è così che un bambino salvato, ormai più che adolescente corre incontro a Dominique con una carta in mano: ”Dominique devo farti vedere questo!” diploma di ingegnere meccanico. Ora anch’egli con il suo stipendio potrà aiutare i più poveri del suo paese, l’India, ove vivono 1 miliardo e 200 mila persone.
Inno a questo magico pese è “India mon amour “, raccolta di avventure vissute in India .
Mentre ultimo lavoro di Dominique è: “ Un arcobaleno nella notte”. Libro storico che parla di personaggi come la Madre Teresa africana, Helen Lieberman, signora bianca, moglie di un avvocato molto conosciuto a Città del Capo che ha creato un’isola d’amore durante il regime dell’appartheid.
A Città del Capo si può scorgere la statua di un olandese che nel ‘600 per coltivare l’insalata per le navi olandesi diede lo start all’epopea dell’Africa, patria di Nelson Mandela. Mandela dopo 27 anni di calvario in prigione chiama tutti insieme, neri e bianchi a formare una Nazione Arcobaleno per difendere il più bel dono che è la vita!
Come conclusione Dominique consegna a tutti, compresi i sei ragazzi accalorati dalla vivezza delle sue parole un messaggio trovato in un rifugio per bambini poveri in Africa che però ha altre origini, è stato scritto da un Santa in una notte durante un monsone:
Vivi la vita.
La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è una promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.