"Insinuare qualche scrupolo come un sassolino nella scarpa".

"Vedete, noi siamo qui , Probabilmente allineati su questa grande idea, quella della nonviolenza attiva. Noi qui siamo venuti a portare un germe: un giorno fiorirà.Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati”.

martedì 28 aprile 2009

"Siamo nel mondo ma non del mondo"


Ciao ragazzi ( e non),
Ieri, (28/04/2009), ero presente all'incontro presso il salone dell'E.P.A.S.S. e sono rimasto stupito dalla mancanza di tante persone...nel senso che mi aspettavo una maggiore partecipazione del "popolo" biscegliese e di voi ragazzi.
Capita poche volte di poter ascoltare un uomo illuminato, che ha vissuto esperienze forti e ha combattuto contro la
mafia ove questa imperversa sovrana.
Il verbo principale sul quale si è svolto l'incontro è stato intrecciare, intrecciare tutte l'esperienze della nostra
vita, senza escluderne alcuna, affinchè da tutte queste possa formarsi il nostro disegno di persona.
Senza trascurarne alcuna, ma grazie all'armonia di queste si riesce a dare un senso alla nostra vita affinchè la nostra presenza nel mondo non sia un'appartenenza alle sue logiche...E' vero, la vita ci sottopone a traumi, (vedi il terremoto in abruzzo), che mettono in dubbio essa stessa e le fondamenta su cui ci poggiamo, se queste tremano e cadono, un interrogativo nasce in noi: come si fa a vivere da cristiani? come può essere la nostra fede incisiva a tal punto da rendere credibile la nostra scelta?
Mons. Bregantini introduce qui un bel termine di paragone, nato dal confronto del suo ruolo mutato insieme alla sua terra di permanenza:

- "...in Calabria ero un pastore...", racconta di un incontro in un ovile con un pastore che alla sua vista lo saluta come COLLEGA:"...Sono un pastore non un pecoraio...Pecoraio si nasce, pastori si diventa...", infatti il pecoraio agisce per dovere, per svolgere un compito doveroso, mentre il pastore ama; (qui mi è sorta allora una domanda, forse retorica: se l'italia è il paese con una onnipresenza della Chiesa come fa ad essere une dei paesi ai primi posti per mafia, corruzione, mancata libertà di stampa, ignoranza...forse ci sono- troppi pecorai e pochi pastori?);

- "...in Molise sono una sentinella..."; qui il tasto è più doloroso, elenco di compiti di noi laici, che dovremmo essere le sentinelle per eccellenza; nostri dovrebbero essere i compiti di VIGILARE, (la nostra scelta dovrebbe portarci ad avere una vista più acuta, una prontezza "speciale" nel riconoscere ciò che ci circonda), PARLARE con voce tonante quando scrutiamo ciò che non va, INTRAVEDERE, avere lo sguardo al futuro, vedere in oggi i semi degli accadimenti futuri, (molto bella la similitudine con il contadino, suo fratello, che gli spiega i criteri con cui sceglie i rami da potare, lasciando a volte quelli che sembrano più fragili ma che con fede sa che porteranno fioritura e frutta).
Infatti non dobbiamo dimenticare il compito a cui siamo chiamati in questa realtà difficile...tenendo presenti le nostre forti peculiarità: potremmo dire che noi al sud, apparteniamo atavicamente a quella corrente di pensiero che fa riferimento a Socrate prima e ad Agostino poi, siamo portati ad amare e in seguito a conoscere, in contrapposizione a chi conosce dal principio e poi ama, (Platone prima, Tommaso poi).
Quindi non dobbiamo affrontare ciò che ci cirdconda con eccessiva severità, soprattutto per chi svolge un compito di "EDUCATORE".
Dovremmo :
- non giudicare, ma analizzare;
- non vincere, ma convincere;
- non imporre, ma proporre.
Il compito di tutti noi non è di giudicare il mondo ma di salvarlo: a supporto di questa tesi commuovente è l'esperienza in carcere, ove ai piedi del Presepe, i carcerati avevano deposto una fase tratta dal Vangelo: "Non sono venuto per giudicarvi, ma per salvarvi".
Il passaggio da una vita piatta, senza fede, ad una ricerca di ciò che siamo è dare un senso alla nostra vita, al tempo a nostra disposizione: con Gesù il tempo passa da essere piatto ad essere concentrato.
Ma in cosa si differenziano fondamentalmente i cristiani? (in cosa dovremmo differenziarci?) IN UNA VITA SOCIALE MIRABILE, PARADOSSALE: I CRISTIANI SONO NEL MONDO COME L'ANIMA E' NEL CORPO!
Noi non siamo chiamati a passare da una sottomissione ad una ribellione, ma a condurre una vita alternativa, a proporre una meta più alta, ad essere tutti coinvolti nel mondo e non travolti! I nostri sentimenti possono diventare una zavorra che ci porta giù negli abissi oppure una vela che ci traina avanti! Non siamo chiamati a sdegnarci ma a indignarci, (sdegnarsi equivale a provare disprezzo, indignarsi a provare vivo risentimento).
Concludo riportando una citazione di Don Tonino, siamo chiamati a:
Annunciare con chiarezza, Denunciare con coraggio, Rinunciare con coerenza.

Vi abbracio tutti, spero non perdiate più queste occasioni per fare dei grossi balzi verso la propria crescita.

Se voltele conoscere qualcosa in più su Monsignore Bregantini cliccate qui.

P.S.: perdonatemi qualche errore ma ho scrito di fretta in una pausa durante lo studio, ansioso di rendervi partecipi di tutto:-)

3 commenti:

Ivana ha detto...

è stato un incontro estremamente interessante e che mi ha spesso lasciato con la bocca aperta...
giacomo però nel suo piccolo a reso molto quello che ha detto mons bragantini.
voglio aggiungere solo una frase che mi ha colpito molto:
i cristiani non sono né succubi né ribelli ma sono alternativi...
qualcuno ci prova...
a presto
Ivana XY :)

Giacomo Muscatella ha detto...

Laicità
29 aprile 2009 - Tonio Dell’Olio

La laicità è il sale della democrazia. Troppo spesso ci è toccato assistere alla rappresentazione di una sua caricatura a volte sollevata sul pennone anticlericale e dall’altra parte demonizzata come un peccato mortale. Al contrario l’essere laici è “la condizione comune dell’umanità” come dice Roberto Mancini in questo ottimo quanto sintetico volumetto pubblicato da Cittadella Editrice col titolo: La laicità come metodo. È la condizione comune di cittadinanza per cui anche un religioso, un prete, un pastore d’anime ha in comune con le altre persone l’elemento di laicità da cui non può prescindere. Esercita diritti e doveri come tutti e tutte e pertanto vota e sta attento a non gettare carte per strada, rispetta le leggi dello Stato in cui vive e partecipa al dibattito politico per favorire la crescita della sua comunità e del mondo intero. Laicità non è soltanto la condizione comune dell’umanità che pone in risalto la dignità di ogni persona. È anche apertura al dialogo, capacità politica, sforzo e impegno comune per arricchire lo scrigno dei valori condivisi.

Anonimo ha detto...

ringrazio Monsignor Bregantini le emozioni che ho provato nell'ascoltarlo

Cecilia